Ci pare di aver rilevato nei comportamenti della nostra società
una certa qual tendenza a pisciare fuori dal barile.
Il tema
ci sta particolarmente a cuore perchè coinvolge tutto
l'arco istituzionale delle bevande dalla birra alla cedrata
passando per le cole.
Il percorso
culturale iniziato con la ricerca delle origini del chinotto
sta giungendo a compimento con l'interrogativo circa il destino
finale della nostra bevanda. In altre parole ci siamo chiesti
da dove viene, che cosa è, e ora ci interroghiamo su
dove vada.
Il problema,
come spesso accade, coinvolge scienza ed etica: innanzi tutto
bisogna stabilire se ed eventualmente quando il chinotto perda
la propria identità e, con essa la superiore dignità
che lo connota.
Potrà
essere un succo gastrico o una flora batterica a degradare
il Chinotto al livello delle cola? La risposta non può
che essere negativa. Il Chinotto resta chinotto da quando
esce dalla lattina a quando vi ritornerà (vedi il ciclo
dell'acqua).
Così
risolta la questione ci si apre un nuovo interrogativo: come
onorare degnamente la bevanda che ci ha dissetatati, arricchiti,
nutriti, sollazzati, appagati? Certamente con un gesto misurato
e composto che ci distingua, anche nel momento del distacco,
dalle orde di orchi orinatori che senza il minimo rispetto,
impediscono alle loro bibite di ritornare al ciclo dell'acqua
abbandonandole su piastrelle e bordi tazza..
Ti proponiamo
quindi un cartello da posizionare nei bagni di casa, dell'ufficio,
della bocciofila, dell'osteria, per essere un vero chinottaro
anche nei momenti del cazzo.